Luciana Fumarola danza l'Orfeo di Trisha Brown
Sabato 20 aprile 2013 alle ore 19.00, presso l'Auditorium della Fondazione Paolo Grassi, un incontro dedicato a Trisha Brown e alla sua straordinaria interpretazione dell'Orfeo, attraverso una performance di danza dal vivo a cura di Luciana Fumarola, giovane danzatrice neolaureata presso l'Accademia Nazionale di Danza di Roma, che ha voluto dedicare proprio all'Orfeo della Brown la sua tesi di laurea.
Luciana Fumarola, classe 1986, è laureata al biennio specialistico in discipline coreutiche e metodologia della danza contemporanea presso l’Accademia Nazionale di Danza a Roma. Vanta prestigiose collaborazioni ed esperienze artistiche, nonostante la giovane età: con Maurice Causey, Thomas Zamolo, Sara Laurenco, Mauro De Candia, Sun Sunkyung, Konstantin Uralsky, Guillaume Siard, Dino Verga, Marco Ubaldi e molti altri coreografi di fama internazionale. Ha studiato a New York (presso la scuola di Martha Graham, Merce Cunningham e Alvin Ailey) a Pechino (presso il Beijing Dance Academy) e in Francia (presso l’università Paris-Sorbonne conseguendo l’attestato M2 nelle Arti Terapie). Nel 2010 è stata in tournèe con la compagnia di Micha Van Hoecke per lo spettacolo “Pathos, la tragedia delle Troiane”. Tra le altre cose, dal 2011 collabora regolarmente con la Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca. Attualmente è stagista presso la compagnia Mandala Dance Company diretto da Paola Sorressa.
(PH: Marilena Lafornara)
ABSTRACT DELLA SUA TESI DI LAUREA:
"La mia tesi di laurea ha previsto un’indagine su Trisha Brown, la coreografa statunitense che con altri suoi colleghi ha rivoluzionato il mondo della danza contemporanea, dando inizio negli anni Sessanta a quella che è stata definita dagli storici come post−modern dance.
La tesi, nella sua parte iniziale, indaga sulla vita personale dell’artista e sulla sua formazione, prendendo in esame il contesto sociale, economico e culturale dell’epoca che ha influenzato e inciso sul percorso artistico della coreografa.
Dopo un breve excursus sulla Brown, sono passata ad analizzare l’Orfeo, un’opera creata nel Seicento su musiche di Claudio Monteverdi. La Brown ha lavorato a quest’opera nel 1998 e costituisce la sua prima regia d’opera.
L’indagine si è incentrata in un primo tempo sui nodi che rappresentano la trama dell’opera, sui vari personaggi, sulle caratteristiche musicali, e successivamente sul metodo compositivo e sul suo connubio tra musica, danza e testo. L’analisi micro−strutturale, condotta attraverso la realizzazione di grafici riportanti brevi estratti dell’opera, ha pertanto permesso di guardare attraverso una lente di ingrandimento, i vari ingranaggi che sono a monte dell’opera stessa, e quindi alle caratteristiche e innovazioni introdotte dall’artista.
Durante il percorso di ricerca e studio mi sono posta dei quesiti a cui non è stato possibile dare risposta ma che non mi hanno impedito di proseguire nell’analisi. Ad esempio perché la Brown ha deciso di allestire proprio l’Orfeo? E perché ha scelto il libretto di Alessandro Striggio? Nonostante questi dubbi che non sono stata in grado di sciogliere, mi ritengo soddisfatta dei risultati raggiunti che consistono nell’ipotesi di un metodo di scrittura grafica che mi ha permesso di poter leggere il movimento e di risalire allo stile e al metodo compositivo della Brown nonché al suo linguaggio di movimento, arricchendo e ampliando le mie conoscenze iniziali.
Partendo dall’analisi del lavoro della Brown, e ispirandomi a suoi esempi di scrittura raffiguranti il movimento, ho potuto creare una sorta di indice numerico a cui corrisponde una legenda grafica, che mi ha dato informazioni descrittive sul gesto, rendendolo più chiaro ai fini dello studio.
Il perché abbia deciso di trattare questo tema è emerso dalla impostazione degli studi compiuti nel corso del Biennio di didattica della Danza contemporanea. Il lavoro è maturato attraverso la conoscenza sempre più approfondita della storia, della teoria e della metodologia della danza, materie teoriche che, assieme alla musica e alla storia delle arti visive sono profondamente connesse con la pratica. In particolare il mio interesse si è volto ad approfondire il metodo compositivo della Brown, che mi ha consentito di ampliare le mie conoscenze di base e di sviluppare un metodo di analisi del movimento che mi può essere utile non solo nella mia attività di danzatrice ma anche di insegnate della danza contemporanea. Il mio interesse nei confronti della musica, unitamente a quello della coreografia mi potrebbe tornare utile ai fini di una eventuale analisi completa dell’opera."
QUANDO: Sabato 20 aprile 2013, ore 19.00 - Auditorium della Fondazione Paolo Grassi (ingresso libero)