Introduzione al Rock Movie a cura di Riccardo Bertoncelli
Il rock come forma d’arte fra le maggiori del nostro tempo trova anche quest’anno il suo spazio nelle iniziative della Fondazione Paolo Grassi attraverso il racconto di Riccardo Bertoncelli, senza tema di smentita l’inventore della critica musicale e della storiografia del rock in Italia. Bertoncelli torna alla Fondazione Paolo Grassi per un workshop di due giorni dedicato quest’anno all'approfondimento dei Rock Movies.
“Per rock movie si intende un filone cinematografico nato nella seconda metà degli anni Cinquanta insieme al rock and roll, che nel film ha una funzione determinante in rapporto al soggetto, alla trama e ai protagonisti. I temi sono quelli cari alla mitologia di questo genere musicale: la maledizione della rockstar, l'utopia dei grandi festival a base di musica, pace e amore, le vite leggendarie di gruppi e personaggi della 'musica elettrica' (Elvis Presley, Beatles, Rolling Stones, Jimi Hendrix, Bob Dylan). Le forme sono invece assai più variabili e oscillano tra i poli estremi del documentario e del film di finzione, con frequenti sovrapposizioni ad altri filoni o generi, in particolare con il road movie e lo young movie. Nonostante sia stato spesso sottovalutato dalla critica, il rock movie ha svolto un ruolo significativo non solo nella storia del cinema ma anche in quella del costume, in quanto ha segnato la nascita di una nuova figura sociale, il teenager, di cui nel corso di cinquant'anni ha registrato, e in parte influenzato, le trasformazioni, sfruttando sempre come rumorosa ma sensibilissima 'cassa di risonanza' il rock and roll.”
(Giandomenico Curi, voce “Rock movie” su Enciclopedia Treccani)
In due lezioni articolate di storie, commenti ed esempi video si racconterà la nascita di questo fondamentale genere, a cominciare dalle pellicole degli anni '50 che tanta influenza ebbero sul costume sociale e sullo sviluppo del “soggetto giovanile”. Da “Il seme della violenza” ai musicarelli di Elvis, fino al più raffinato esempio di Richard Lester con i Beatles: e poi i grandi documentari rock, “Woodstock” su tutti, l'affermarsi di veri specialisti del genere (Don Pennebaker soprattutto) e l'infatuazione di grandi registi per la cultura e le tematiche rock (Jean-Luc Godard e i Rolling Stones, Antonioni con “Blow Up” e “Zabriskie Point”). Il limite temporale che ci siamo posti (dall'evo antico al moderno, per così dire) è “Pink Floyd a Pompei” di Adrian Maben, una storia straordinaria oltre che una grande intuizione filmica.
RICCARDO BERTONCELLI:
Particolarmente attivo già dagli anni Settanta, Riccardo Bertoncelli ha collaborato con le neonate radio libere e con riviste specializzate come Muzak e Gong, di cui è stato fondatore. A 17 anni ha fondato la sua prima fanzine e nel ‘73 ha pubblicato il primo libro italiano sulla musica che stava contagiando le giovani generazioni (“Pop story”). Nel 1980 è stato direttore di Musica 80 e con Franco Bolelli ha curato l'Almanacco Musica per Il Formichiere. Dal 1995 collabora con la Editrice Giunti, curando la collana Bizarre dedicata alla musica. Oggi Bertoncelli è ancora uno dei più noti scrittori e critici musicali e ha al suo attivo esperienze radiofoniche e collaborazioni con Linus, Repubblica, Max e Rockerilla.
QUANDO: Martedì 19 e mercoledì 20 maggio 2015, ore 19.00 - Auditorium della Fondazione Paolo Grassi (ingresso libero):