Nino Rota è diventato nel tempo il compositore italiano del Novecento più eseguito al mondo dopo Puccini. Il primo momento di riflessione critica sulla sua opera ebbe luogo nel 1981 a Martina Franca, luogo caro al compositore che vi aveva diretto la prima esecuzione di Rabelaisiana nel 1977. Quell’omaggio del 1981 era organizzato in occasione dell’esecuzione al Festival della Valle d’Itria del Cappello di paglia di Firenze; nel 2010 il Festival propose poi una stupefacente ripresa di Napoli milionaria. Nel frattempo tante cose sono cambiate nella conoscenza critica del compositore. Dal 1995 l’intero Archivio Nino Rota è stato depositato dalla famiglia degli eredi presso la Fondazione Cini di Venezia, che ha avviato la sua catalogazione e una serie di pubblicazioni che consentono di conoscere un patrimonio straordinario. E finalmente negli ultimi anni – oltre ai tre volumi di studi e cataloghi finora pubblicati dall’Archivio – sono apparse pubblicazioni scientifiche oltre a studi biografici e sull’ambiente culturale. Si sono anche moltiplicate le iniziative di riscoperta della sua musica da concerto e teatrale, anche grazie alla pubblicazione di partiture critiche. Se in passato erano quasi soltanto il Conservatorio di Bari (diretto da Rota per oltre trent’anni) e gli altri due creati da Rota (Monopoli e Matera) a celebrare costantemente il “loro” maestro, la riscoperta a tutto tondo di questa figura di compositore e intellettuale così unico nel Novecento è ormai un fenomeno globale.
Per i cinquant’anni del Festival della Valle d’Itria, abbiamo proposto una riflessione critica che trova un precedente in quella del 1981, e una fortunata occasione in un’altra celebrazione, il trentennale dell’ADUIM, che ha dato il suo patrocinio a questa iniziativa di studio. Saranno presenti all’incontro gran parte degli autori del più recente volume dedicato al compositore - Prove d’orchestra. Nino Rota e la sua musica da concerto (Cafagna editore, 2024) a cura di Dinko Fabris e Michela Grossi, che sarà presentato nell’occasione insieme ad una Mostra realizzata dalla Fondazione Cini e alla più recente produzione discografica dedicata ai pezzi di Rota per pianoforte.